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Un giorno d’estate una piscina pulita e piastrellata d’azzurro disse alla cisterna che stava poco distante: «Tu sei nera e buia, stai sottoterra in compagnia di muffe e serpi e solo le gocce stillano nel tuo silenzio di tomba. Guarda me, invece, mi godo il sole, giovani fanciulle seminude allietano le mie sponde con risa e lazzi, una brezza leggera increspa le mie acque limpide».
«Stolta — rispose la cisterna — non sai che per tutto l’inverno io raccolgo pazientemente l’acqua che serve a riempirti per la tua breve e futile estate?»

Questo annuncio lo dedichiamo ai folli.
Agli anticonformisti.
Ai ribelli. Ai piantagrane.
A tutti coloro che vedono le cose in modo diverso.
Costoro non amano le regole, specie i regolamenti.
E non hanno alcun rispetto per lo status quo.
Potete citarli.
Essere in disaccordo con loro.
Potete glorificarli o denigrarli.
Ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli.
Perché riescono a cambiare le cose.
Inventano.
Immaginano.
Compongono.
Esplorano.
Creano.
Ispirano.
Fanno progredire l’umanità.
E forse devono essere davvero un po’ folli.
Altrimenti come potreste stare di fronte a dei barattoli vuoti e vedere un’opera d’arte?
O sedere in silenzio e ascoltare una canzone che non è mai stata scritta?
O guardare un pianeta rosso e immaginare un laboratorio in movimento? Noi alimentiamo uomini fatti così.
E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi vediamo il genio.
Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero.

« In Socrate, il dubbio si concilia così con la verità, che è la consapevolezza di sé, a partire dalla quale egli riconosceva come falsa e illusoria ogni forma di sapere che non derivi dalla propria interiorità. »

« “Solo gli imbecilli non hanno dubbi.”
“Ne sei sicuro?”
“Non ho alcun dubbio!” »
(Luciano De Crescenzo, Il Dubbio)

Ci sono momenti in cui la mente umana elabora le informazioni provenienti dall’esterno in maniera negativa. I pensieri negativi influenzano le azioni e tutto appare spento, senza luce.

In altri frangenti invece, ogni aspetto è gioia, bellezza, i colori sgargianti, vivere è la cosa più bella che ci sia mai capitata.

Per me è così per poco, ciò che mi circonda sembra effimero. Il dubbio mi attanaglia senza sosta: non credo si tratti di volubilità, “mi contraddico così spesso che questo fa di me una persona coerente”.

Il dubbio scava dentro di me gallerie infinite e naufragar m’è dolce in questa oscurità.

Poi mi riprendo: attimi di lucidità; riemergo dalle tenebre: il mondo sembra di nuovo volgere al meglio, ma è un’illusione, il circolo vizioso si ripete, all’infinito.