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Quante volte abbiamo sentito pronunciare media, la parola di origine latina, midia? Quante volte l’abbiamo sentito erroneamente nei telegiornali? Ne storpiamo la pronuncia, quando invece dovremmo essere alfieri di quella corretta. Secondo me è imperdonabile. È più che ignoranza. Dovrebbero utilizzare determinati vocaboli solo coloro che ne conoscono l’etimologia e le origini.
Esistono anche altri tipi di storpiatura, soprattutto in campo tecnologico, come ad esempio l’acronimo HDMI, che si pronuncia correttamente “accadiemmei” e che invece diventa “accadiemmeai“, l’unione di due lingue. Errato, oltre che cacofonico.
Poi la dattilografia: capisco, non tutti possono sapere che dopo lapostrofo non ci va lo spazio, ma non perdono chi scrive un po’ utilizzando la ò, per non parlare della x utilizzata per abbreviare la preposizione per. Non lo accetto, stiamo parlando di due lettere in più da digitare, quanto tempo si guadagna? È una cattiva abitudine, un vizio che bisogna correggere. Ma la questione del per è ben poca cosa se confrontata a quella della k. Non vi fa schifo la cappa? È antiestetica ed il nostro alfabeto non la prevede, così come la j, la w, la x e la y.
Gli errori di battitura sono perdonati, ma solo se si rilegge e si pensa a quanto scritto prima di premere il tasto invio. Le chat e gli sms purtroppo sono i principali sdoganatori di questi orrori, e facebook non fa che accentuare questa tendenza.
La lingua cambia e si evolve continuamente certo, ma alcune regole hanno un preciso scopo che non andrebbe abolito né tanto meno dimenticato o ignorato. Perché fa parte della nostra cultura e della nostra identità.